La Filariosi cardiopolmonare nel cane
Che cos’è la filariosi
E’ una malattia causata dall’infestazione da parte di vermi tondi (nematodi) della famiglia Filarioidea, genere Dirofilaria, denominati macrofilarie. Questi vermi, trasmessi attraverso il morso di una zanzara, vivono a livello di arteria polmonare, ventricolo destro del cuore e talvolta anche nella vena cava caudale.
Due specie di Dirofilarie possono parassitare i carnivori domestici, la Dirofilaria Immitis, responsabile della filariosi cardiopolmonare, e la Dirifilaria Repens, che alberga nel tessuto sottocutaneo e nelle fasce connettivali dei muscoli scheletrici. Le microfilarie di entrambe le specie si trovano però a livello di circolo sanguigno, per cui è necessario distinguerle per fare una corretta diagnosi di filariosi cardiopolmonare.
Chi colpisce la filariosi:
Gli animali che possono contrarre la filariosi cardiopolnare sono rappresentati da: cane, gatto, furetto, volpe, lupo (e altri canidi) ed il cavallo. La filariosi può essere una zoonosi: Dirofilaria immitis e Dirofilaria repens possono infestare l’uomo, ma non possono raggiungere in esso lo stadio di adulto. L’uomo è infatti un ospite paratenico. L’infestazione da Dirofilaria repens può causare nell’uomo dei ponfi cutanei dove si trovano i parassiti allo stadio larvale; Dirofilaria Immitis, oltre a dare questa forma cutanea, può determinare la comparsa di noduli polmonari, che possono essere confusi all’esame radiografico con forme tumorali.
Zone a rischio Filariosi:
La filariosi è una patologia diffuda in tutto il mondo, molto comune nelle aree a clima mite e temperato, dove vivono bene le zanzare. Le principali zone a rischio in Europa sono rappresentate dai paesi del bacino del Mediterraneo, come Italia, Francia, Spagna, Grecia… Nel resto del mondo, la filariasi si trova in America, Giappone ed Australia.
Come si trasmette la filariosi:
La filaria: Dirofilaria Immitis
I parassiti adulti, come abbiamo detto, vivono nelle arterie polmonari e liberano le microfilarie (L1) direttamente in circolo. Queste vengono poi ingerite dalla zanzara femmina durante il pasto di sangue ed in essa raggiungono lo stadio di L3, che è infestante per il cane. Quando la zanzara punge un cane, inocula nell’animale le larve L3; queste iniziano la loro migrazione nella cute del cane, fino a raggiungere i vasi sanguigni. Durante la migrazione, che dura circa 3 mesi, le larve maturano fino a che, raggiunte le arterie polmonari, si sviluppano in filarie adulte nel giro di 2-3 mesi. Per ciu, la L3 impiega circa 6 mesi a raggiungere lo stadio adulto e ad iniziare a riprodursi.
La trasmissione dell’infestazione avviene quindi tramite il morso di una zanzara. Questo insetto ematofago è un ospite intermedio fondamentale per lo sviluppo dell’infestazione, in quanto in essa si sviluppano le larve di terzo stadio (L3), lo stadio del parassita che risulta infestante per il cane. I parassiti adulti possono vivere da 3 a 5 anni, e a volte anche oltre, smettendo però di riprodursi e dando luogo a infestazioni occulte (filariosi occulta).
Sintomi Filaria
Come si manifesta l’infestazione nel cane:
Spesso, nei soggetti che conducono una vita sentaria, l’infestazione è asintomatica, mentre in altri soggetti può determinare una insufficienza cardiaca congestizia e portare alla fine ad un collasso delle resistenze denominato Sindrome della vena cava. La sintomatologia è talvolta correlata alla quantità di macrofilarie presenti, per cui si possono distinguere diversi quadri clinici:
–Infestazione Precoce: nessun segno clinico evidente, prognosi di guarigione buona
–Infestazione Iniziale: tosse secca, prognosi di guarigione buona
–Infestazione moderata: intolleranza all’esercizio fisico, tosse secca soprattutto dopo esercizio, compromissione polmonare
–Infestazione grave: tosse secca anche a riposo, dispnea (difficoltà respiratorie), rumori polmonari alterati, epatomegalia (ingrossamento del fegato), sincopi (temporanea perdita di conoscenza causata da una riduzione del flusso ematico al cervello), ascite (accumulo di fluido in cavità addominale), edemi agli arti, alterazione dei rumori cardiaci, morte.
Questo quadro è tipico dell’insufficienza cardiaca congestizia del cuore destro che si sviluppa a seguito della ipertensione polmonare dovuta all’ostacolo al flusso sanguigno determinato dalle macrofilarie presenti nell’arteria polmonare.
–Sindrome della Vena cava: si sviluppa in seguito alla improvvisa localizzazione di numerose macrofilarie nel cuore destro. Questo evento ostacola il ritorno venoso al cuore e determina emolisi intravascolare, con morte rapida del cane. Questa sindrome è caratterizzata da dispnea ed emoglobinuria.
Filariosi: Diagnosi
La diagnosi di filariosi cardiopolmonare si basa su diversi esami:
1- Visita accurata del paziente e presenza dei caratteristici segni clinici
2- Uso di diverse procedure diagnostiche per individuare i parassiti che comprendono:
– Test per evidenziare le microfilarie nel sangue periferico: esaminando al microscopio uno striscio di sangue trattato con acqua distillata per indurre la lisi dei globuli rossi e colorato con blu di metilene si possono vedere le microfilarie. Ricordiamo che nel sangue periferico si possono trovare le larve di tre diversi parassiti: Dirofilaria Immitis, Dirofilaria repens e Dipetalonema reconditum: le larve degli ultimi 2 parassiti si distinguono perché hanno l’estremità caudale arrotondata, mentre quelle di Dirofilaria Immitis, sono dritte.
– Test sierologici per individuare le macrofilarie: questi test si basano sulla individuazione di anticorpi o di antigeni nel siero. I test per l’individuazione degli antigeni prodotti dalle filarie adulte, sono usati con successo nel cane.
– Alti esami strumentali che possono essere utili nella diagnosi sono rappresentati dall’esame radiografico del torace e dall’ecocardiografia. Tipici segni che si possono osservare in radiografia, sono l’allargamento delle arterie polmonari e della parte destra del cuore. Il tessuto che circonda le arterie polmonari può risultare infiammato. L’esame ecocardiografico può essere utile per valutare l’ingrossamento delle camere cardiache e per osservare le macrofilarie nel ventricolo destroy e nelle arterie polmonari.
Terapia filariosi:
Cosa si può fare per curare i cani con filariosi:
Molti cani infestati dalla filarie possono essere trattati con successo: la terapia in cani senza sintomi o con sintomi lievi ha solitamente un buon successo, mantre il trattamento di cani con segni gravi presenta una elevata mortalità. In caso di sindrome della vena casa si consoglia una asportazione chirurgica delle macrofilarie dalla giugulare, che premette una più rapida ripresa.
La terapia della filariosi cardiopolmonare può essere di 2 tipi:
– Terapia conservativa: basata sull’uso di farmaci microfilaricidi, in attesa della morte naturale del parassita adulto.
– Terapia adulticida: la terapia si basa sull’uccisione delle macrofilarie con un farmaco adulticida e delle microfilarie con un farmaco microfilaricida. Prima di iniziare la terapia bisogna ridurre e prevenire le conseguenze di un tromboembolismo che si può verificare a seguito della morte massiva dei parassiti adulti, trattando il cane con un farmaco anticoagulante e tenendolo a stretto riposo per un mese a seguito del trattamento. Si inizia quindi la terapia nei confronti dei parassiti adulti; attualmente come farmaco adulticida viene usata la Melarsomina, un farmaco arsenicale che ha dimostrato una buona efficacia e una certa sicurezza, che va inoculato nel muscolo lombare. Completata la terapia nei confronti dei parassiti adulti, si effettua la terapia contro le microfilarie circolanti. A questo scopo sono disponibili numerosi farmaci, come l’avermectina, la milbemicina ossima, la selamectina e la moxidectina, che sono attualmente usati anche per la profilassi. La morte massiva delle microfilarie può predisporre il cane a danni renali, conseguenti a glomerulopatie da immunocomplessi, per questo è consigliabile uccidere le microfilarie lentamente, somministrando i farmaci microfilarici allo stesso dosaggio usato per la profilassi.
Complicanze della terapia adulticida:
La principale complicazione che può insorgere a seguito della terapia adulticida è un grave tromboembolismo polmonare, causato dalla ostruzione del flusso ematico nelle arterie polmonari dovuto alla presenza delle filarie morte e delle lesioni che queste hanno provocato a livello vasale. Questo accade soprattutto quando nel vaso erano contenuti numerosi parassiti. Il tromboembolismo polmonare è caratterizzato da febbre, tosse, emottisi, e talvolta morte improvvisa. Per prevenire il tromboembolismo è molto importante tenere a stretto riposo i cani trattati.
Conferma della riuscita del trattamento adulticida:
Lo scopo del trattamento adulticida è l’eliminazione di tutte le macrofilarie, anche se un miglioramento della sintomatologia clinica è possibile anche senza la morte di tutti i parassiti adulti. Per confermare l’esito del trattamento adulticida si usano solitamente test sierologici basati sulla rilevazione di antigeni prodotti dalle macrofilarie. Se tutte le macrofilarie sono state distrutte a segito del trattamento, 6 mesi dopo il test non dovrebbe trovare traccia degli antigeni. I cani che risultano ancora positive al test dovrebbero essere posti nuovamente al trattamento oppure sarebbe opportune avviare una terapia conservative con avermectina per permettere una morte naturale dei parassiti restanti ma non permettendo al cane di essere un serbatoio dell’infezione.
Prevenzione Filariosi
La prevenzione della filariosi cardiopolmonare è la soluzione migliore e più economica. Ci sono diversi farmaci utilizzabili e altrettanti modo di somministrazione: trattamenti mensili con tavolette appetibili, spot-on da appicare mensilmente tra le scapole dell’animale e prodotti iniettabili ogni 6 mese o all’inizio del periodo a rischio. Tutti questi prodotti sono estremamente validi e se somministrati con regolarità possono realmente prevenire l’infestazione.
Prima di iniziare la profilassi, tutti i cani che potrebbero essere infestati andrebbero testati nei confronti delle macrofilarie.
I prodotti (Medicinali) usati per la prevenzione appartengono alla famiglia dei lattoni macrociclici e tra questi abbiamo: ivermectina, milbemicina ossima, selamectina e moxidectina.