Si tratta di risposte anomale che l’organismo canino mette in atto in seguito all’ingestione di ingredienti alimentari (compresi gli additivi) capaci di provocare disturbi di vario genere.
Intolleranze alimentari, allergie, forme di ipersensibilità e simili sono sempre più spesso segnalate dai nutrizionisti animali e comportano principalmente problemi dermatologici (prurito, arrossamenti) e gastrointestinali (vomito, diarrea); più raramente alterazioni respiratorie (starnuti, tosse), neurologiche (crisi convulsive), oculari (eccessiva lacrimazione, congiuntivite) e auricolari (otite, iperproduzione di cerume).
Se abbiamo il sospetto che il nostro amico a quattro zampe soffra di reazioni avverse al cibo, dobbiamo quanto prima individuare l’ingrediente responsabile, escludendo nel contempo altre possibili cause di malattia. L’esecuzione di esami allergologici specifici (test cutanei, analisi del sangue) può essere d’aiuto, ma non è detto sia necessariamente determinante nel riconoscimento del problema.
Come bisogna comportarsi, dunque, in questi casi? Il consiglio è quello di provare a somministrare al cane per alcune settimane una pappa a base di proteine e carboidrati che l’animale non ha mai avuto occasione di assaggiare nel corso della sua vita. Si possono utilizzare, per esempio, il cavallo, lo struzzo o l’agnello, abbinandoli a orzo, avena o farro. Se il risultato è buono (cioè se il nostro beniamino non presenta più problemi), è necessario introdurre un nuovo ingrediente alla volta, fino a scoprire quali sono i responsabili dei disturbi. Una volta individuati, dunque, vanno banditi dalla sua ciotola per sempre.
Nel caso in cui ci fossero dubbi o problemi, è sempre preferibile consultare il medico veterinario.